Percorso Mountain bike e Cavallo 2 – Variante A
Sentieri CAI: 102 – 101
Questo itinerario va considerato come finale alternativo del percorso Mountain bike e Cavallo 2: pertanto una volta giunti sul pianoro del Monte Carpegna, in prossimità delle stalle, anzichè proseguire in direzione del Rifugio Fontanelle, si consiglia di tenere la destra viaggiando lungo il crinale del cosidetto “Monte Carpegna Est” in direzione del Passo del Trabocchino (1300 m) che si raggiunge agevolmente in pochi minuti.
La cima del Carpegna è costituita da ampie estensioni prative.
In primavera ed all’inizio dell’estate i prati si colorano delle fioriture di bucaneve, orchidee, poi di profumati garofani e atri fiori di montagna.
Il panorama che si gode dal passo è a 360°: a Nord, i profili unici e inconfondibili dei Sassi Simone e Simoncello, a Sud si rincorrono i rilievi ondulati della catena appenninica e ad Est la vista si perde nelle dolci terre che scendono verso Urbino e l’Adriatico.
Ai piedi del monte poi lo sguardo cade sul centro abitato di Carpegna sviluppatosi attorno al seicentesco Palazzo dei Principi.
Si scorge anche a mezza costa, a 1020 m nel fitto del bosco di conifere che scende sul paese, un bianco obelisco di pietra: è il Cippo, la prima< tappa del tracciato.
Da qui si percepiscono molto bene la natura e la consistenza delle rocce che compongono il massiccio del Carpegna: lamine calcareo-marnose disposte secondo strati orizzontali, simili a fogli sovrapposti.
#E#
Il sentiero che scende verso il Cippo si presenta avvincente, suggestivo ma anche abbastanza impegnativo poiché il dislivello è notevole, la pista è poco ampia, fitta di tornanti, delimitata da un intricato bosco, ed il fondo è irregolare soprattutto nel tratto iniziale.
Giunti in fondo alla discesa, si deve girare a destra in direzione del Cippo. Sulla sinistra, in corrispondenza dell’incrocio, si imbocca la strada forestale, e ci si trova presso una sorgente perenne, comunemente chiamata Fonte del Coppo dove è possibile rifornirsi d’acqua.
Attorno al sentiero pianeggiante e ampio, che taglia la pineta da Est a Nord, è consistente la presenza di vecchi e maestosi alberi.
Terminata la mulattiera forestale, si gira a sinistra lasciando sulla destra il piccolo rifugio in pietra del Corpo Forestale dello Stato. Da questo punto si percorrono circa 200 metri di strada asfaltata fino all’incrocio con il sentiero gradinato che conduce ad un punto panoramico, ed al monumento eretto durante la dittatura fascista detto Cippo (rif. itinerario Trekking 4, autore Simone Paci).
In quest’area esiste anche un fornito punto ristoro. Dal Cippo si torna poi sulla strada asfaltata, si deve girare a sinistra e dopo una ventina di metri si riprende sulla destra il sentiero forestale che corrisponde al tracciato del sentiero CAI 101; il fondo di questo tratto di leggera discesa non presenta particolari difficoltà.
Ora il bosco torna ad essere fitto, il sentiero continua a scendere dolcemente e incontra il Rio Maggio, poco più avanti nei pressi del bivio del Condotto, emergono dalla vegetazione alcuni ruderi sparsi. Le pietre sono ciò che resta dell’antica Rocca: il forte dominava in epoca medioevale la sottostante vallata di Carpegna.
Anzichè voltare a destra per imboccare il sentiero CAI 120 si scende rapidamente mantenendosi sul sentiero CAI 101. Al termine del nostro cammino si giunge nella frazione di San Pietro.
Da qui via Castacciaro conduce al Poggio; girando a destra si arriva a Piazza dei Conti.
Rocce calcareo-marnose: Il massiccio del Monte Carpegna si caratterizza per la regolarità degli strati marnoso-arenacei che lo costituiscono.
Questi sono il prodotto di correnti di torbida, apporti periodici ma catastrofici, di sedimenti (torbiditi) avvenuti tra i 50 e i 35 milioni di anni fa, nell’Eocene in fondali marini profondi.
Chiesa di S. Pietro: La chiesa del villaggio di San Pietro è stata edificata nel 1626. Nell’interno sobrio a e navata unica, si conserva collocata in una nicchia semicircolare, una rara statua lignea della “Madonna in trono con bambino” incorniciata da un dipinto che illustra i misteri del rosario.
Le due opere vengono datate fra il XVI e il XVII secolo e sono considerate di notevole valore artistico.
Preziosi sono anche gli arredi, come le panche originali e perfettamente conservate e i tre paliotti d’altare in scagliola eseguiti nei primi decenni del Settecento.
I paliotti sono opere artigianali di squisita fattura: decorati sulla base di un’intelaiatura ricca di intrecci floreali e sfumature di colore, a cui si aggiungono inserzioni simboliche e piccoli graziosi volatili.
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione.
Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati.
Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare.
Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione su questo sito.
Visualizza la Cookie Policy
Il pulsante “Mi Piace” e i widget sociali di Facebook servono per interagire con il social network Facebook e sono forniti da Facebook Ireland Ltd.
Luogo del trattamento: Irlanda - Privacy Policy