Inaugurata il 18 settembre a Pietrarubbia la nuova scultura
̀ ’ .
Paolo Pompei nasce a Pietrarubbia, nel cuore del Montefeltro. Scultore, pittore materico, fotografo. La passione per la scultura lo accompagna sin dalla nascita, scultura caratterizzata dalla sua terra di origine, il Montefeltro. All’origine era figurativo.
Negli anni 80 diventa astratto , informale , minimale geometrico, primitivo, materico. usa la materia e il fuoco.
Alcuni passaggi tratti dalla presentazione:
“Questo luogo, questo palcoscenico incredibile che ci circonda a 360 gradi, offre un paesaggio scultoreo, dal monte della Faggiola al sasso Simone e Simoncello, da Pietrafagnana al monte di Carpegna, da Montecopiolo al mare è unico permettendoci ancora il privilegio di vedere il cielo stellato e di poter godere del silenzio, mantenendo le sue caratteristiche naturali. Questa terra, cuore del Montefeltro, attraversata da illustri personaggi, santi e poeti, ha saputo attrarre anche artisti come Arnaldo Pomodoro che è stato il mio maestro nel 1991 in occasione del corso TAM lasciandomi un segno indelebile.
Questa terra è la ricchezza per il futuro cerchiamo di proteggerla mantenendola e tramandandola alle generazioni future integra, così come è.
Questa scultura intitolata TRINITA’ attraverso la sacralità della materia e l’energia del colore vuole rendere visibile l’invisibile, rappresentando tutta la spiritualità di questo luogo, l’opera nasce dalla terra e si slancia verticalmente verso il cielo con tutta l’energia del colore, il blù metafora dell’infinito, il giallo, luce divina, il rosso, fuoco alchemico e mescolati insieme creano tutti i colori del creato, quindi la vita.
La trinità è, e crea una relazione tra interno ed esterno, tra cielo e terra, tra uomo e natura, per perdersi e ritrovarsi in uno slancio verso l’altro – verso altro – verso l’oltre, ponendo la persona in una sorta di meditazione e di ricerca interiore. La posa della scultura ha l’obiettivo di far sì che il visitatore arrivando veda una sola parte cioè il tutt’ uno, solo nel momento in cui accetta di cambiare il punto di vista e si mette in cammino si svelano le altre due parti di Trinità nella sua interezza così come nella vita per trovare sé stessi cercando la propria luce e spiritualità in armonia con il creato.”

Castello di Pietrarubbia.
______ ______ ______ ______

l
Il Museo di “batanaj” dal virtuale al reale.
Mostra fotografica “L’età del pagliaio”
I batanaj in gergo locale sono oggetti in disuso che in genere popolano soffitte, ripostigli, vetrine… non si gettano via per il legame con il passato e il loro valore affettivo.
La mostra fotografica: Archivio della Memoria di Pierina Dominici – Negli anni cinquanta l’Italia, uscita distrutta dalla guerra, era ancora un paese in prevalenza agricolo e la gente, rimasta attaccata alle proprie radici, tornava ai vecchi ritmi di vita pensando al futuro con grande ottimismo. “L’età del pagliaio” è configurata nel periodo che intercorre tra la fine della guerra e “Il miracolo economico italiano”, un tempo di ricostruzione, di speranza, di gioia di vivere.

Convento di Montefiorentino, Frontino
______ ______ ______ ______